Giunse una Jeep chiusa. Ai lati delle fiancate campeggiava la Croce Rossa. Egli provò per la novità, un groviglio di emozioni. Avrebbe mai potuto immaginare la presenza di un’ambulanza, di quei tempi nelle campagne delle Fratte, in via Petritoli? E la barella allestita in cui era adagiato un uomo dalle membra lacere e coperte di sangue? Una gamba piegata, la sinistra, mostrava all’altezza della tibia, ossa bianche sporche di terra a macchie. No! Le sue fantasie non avrebbero mai accettato immagini simili.
Giunse una Jeep chiusa. Ai lati delle fiancate campeggiava la Croce Rossa. Egli provò per la novità, un groviglio di emozioni. Avrebbe mai potuto immaginare la presenza di un’ambulanza, di quei tempi nelle campagne delle Fratte, in via Petritoli? E la barella allestita in cui era adagiato un uomo dalle membra lacere e coperte di sangue? Una gamba piegata, la sinistra, mostrava all’altezza della tibia, ossa bianche sporche di terra a macchie. No! Le sue fantasie non avrebbero mai accettato immagini simili. Le avrebbe rimosse se gli fosse stato possibile. Un gemito mal represso del ferito, allo scossone sopportato, mentre adagiarono il lettino davanti alla tenda di fortuna allestita sotto la quercia grande.
- Un ferito grave!- Pippo gli sussurrò Pippo all’orecchio. Già Pippo! Appunto: era più grande di lui, di non tanti anni, ma di quanti, che, sommati insieme ai suoi tre e mezzo nell’affacciarsi ai primi barlumi di ragione, contavano molto. Se fosse stato solo, si chiese, guardandosi intorno mentre due soldati manovravano con cura il lettino del ferito, come avrebbe accettato l’evento? Lo sferragliare dei mezzi di trasporto e dei cingoli di carro, si era spento sotto l’ultimo alone di polvere e d’aria afosa del mese di giugno inoltrato. Lungo le strade, le siepi di rovi erano bianche di polvere. Allestite le cucine, una squadra di soldati si occupò, proprio davanti all’aia di casa sua, a edificare con cura un mucchio smisurato di pani, in forma di piramide, a fianco della tavolata fra il noce e l’abete. Altri stavano completando la fase di mimetizzazione sopra le bocche di cannone e le torrette dei carri armati, servendosi teloni verdi a chiazze irregolari di varie tonalità di marrone. Le sue esperienze finora si erano misurate, confrontandosi, con gli alberi, l’acqua torbida e vorticosa del Fiumicello in piena nelle stagioni di pioggia, gli uccelli, gli animali di cortile, quelli in stalla, il cane e i gatti. Mai avrebbe pensato che un essere umano potesse essere ridotto in condizioni tanto penose.Il viso di Pippo mostrò un timido imbarazzo e un po’ di paura mentre tentava di condurlo via, Invece rimase lì. Attonito. Con lo sguardo fisso nel vuoto, si ricordò delle lacrime della nonna di pochi giorni prima.
- E’ la guerra!
Le aveva detto lui, emulando gli adulti, senza sapere cosa fosse la guerra, mentre Natalina piangeva zio Piero, morto sui monti del Pindo e la mente di un bambino non organizza spiegazioni davanti al pianto di una vecchia e le notizie che, da oltre un anno non giungevano più. Da babbo Francesco. L’ultima ricevuta fu una cartolina, che rappresentava un bambino nella cui nuvoletta in alto a destra, diceva: “ Addio scarpetta”. Sì perché egli correva su un prato con una scarpa sola. D’incanto fu allestita una tenda, a forma di piramide doppia che, con le punte ancorate su due rami di acero, prossimo alla strada polverosa. Sembravano le braccia aperte di qualcuno che richiamava l’attenzione. All'entrata della tenda fu posta una zanzariera. La scostarono al passaggio della barella.
Il soldato aveva gli occhi chiusi e a lui parve di avvertire un gemito di dolore, come se provenisse da un punto lontano nello spazio. Dopo un lungo respiro d’angoscia.non gli sfuggì neanche l'ultimo respiro, che uscì a fatica fra le labbra contratte dal dolore
Era morto.
Sotto gli ultimi raggi di sole quasi al tramonto, il volto immobile del tale divenne cereo. Il suo corpo più piccolo. Le ossa della gamba sinistra, sempre chiazzate di terra sporca, allungate verso la zanzariera.
Era quella la morte? I soldati in tavola per la cena smisero all’improvviso di sghignazzare e di tirarsi le pagnotte di pane.
Gli ultimi raggi di sole lambivano le colline di San Biagio e un po’ più in là, oltre il bosco grande di querce, oltre il Fiumicello, le case alte sulla dorsale. Il cielo si tinse d’azzurro cupo e striatura di bianco. Che fosse l’anima del morto in volo verso il cielo?
Pippo fece un ampio segno di croce, dopo aver recitato il Requiem. Egli stesso istintivamente ripeté lo stesso gesto, mentre furono allontanati con cenni bruschi dal soldato, che sostava di guardia nei paraggi.
- Pippo dove sono i monti del Pindo?
- In Grecia.
Non ebbero più voglia di giocare. Ognuno, per la sua strada, se ne andò a passo lento verso il rifugio.
La notte sognò il soldato morto sotto l’acero e quelli che, nelle sue fantasie, dovevano essere i monti del Pindo. Uno di essi, nelle sue forme quasi regolari di profilo, era proprio simile al monte San Vicino.