Presentazione
L’insegna dei telefoni era là. A lui serviva un telefono e non avrebbe mai immaginato di dirigersi a grandi passi verso l’evento che, oltre alla vita degli altri, avrebbe cambiato di colpo anche il corso della sua. Parcheggiò l’autovettura sotto la quercia, assaporando l’incantato benessere del fluire nuovo di sangue nelle vene. Si sentiva bene con se stesso, camminando in punta di piedi, come un ragazzino in primavera. L’appuntamento, accordatogli dall’inizio della serata, ora lo faceva palpitare. Non era sua abitudine entrare in un locale pubblico ad un’ora insolita ed il suo portamento, un po’ goffo, sembrava confermarne la circostanza. L’orologio dietro al bancone segnava la mezzanotte passata da qualche minuto. Nel locale, data l’ora ed i tempi, cominciava ad esserci aria di disarmo.
Il treno avanzava in mezzo al silenzio delle cose, come se i rumori si fossero persi nella scia che lasciava dietro di sé fra i campi, in mezzo ai frutteti, i vigneti ed i boschi che, oltre i vetri bagnati di pioggia correvano verso un infinito a ritroso. Helga tentò di darsi una ragione. Che il suo spirito vagasse nell’universo? Dio può fare questo? Pensò. Ha creato tutto: anche il male? Dunque anche lui è contaminato di male? …I cronisti attraverso i giornali e la gente per strada avanzarono molte congetture ed altrettante supposizioni ma, a parere di chi conosce la storia per averla seguita da vicino e con molto interesse, nessuna di esse sfiorò neanche lontanamente la verità.
Franco Tarducci: Che dire di lui? Ben poco sotto il profilo letterario. Da molti anni coltiva la sua passione per le lingue, la lettura, la musica, il giardinaggio e, naturalmente, per la scrittura, tanto da accatastare diversi manoscritti per i quali, timidamente, si si sta per proporre agli editori. Età? Tanti anni, ma in fondo, non è ma troppo tardi.